Associazione Bichi Reina Leopardi Dittajuti

2° INCONTRO DELLE FAMIGLIE STORICHE EUROPEE

storia , arte, spiritualità nelle tradizioni familiari europee

Macerata, 27- 28 Marzo 2004

Relazione avv. GIUSEPPE IZZO Presidente dell' A.T. M. S. I. (ASSOCIAZIONE TUTELA MEMORIE STORICHE ITALIANE)

 

Gentili signore e signori intervenuti,
non facile prendere la parola dopo la corposa ed interessantissima relazione del marchese Wolf von Trotha il quale ci ha rappresentato una realtà invero per certi versi piuttosto lontana dalla nostra, ma sotto altri aspetti e cioè per quanto riguarda la continua spoliazione delle nostre dimore, e neppure in tempo di guerra, a noi molto vicina; ringrazio tutti i presenti per la nutrita partecipazione e dell'attenzione che vorranno prestare a quanto vi diremo ed alla iniziativa che oggi presentiamo qui a Macerata, nelle Marche, regione nella quale peraltro ritorno sempre molto volentieri.
E' mio gradito compito questa sera presentare, per grandi linee, l'Associazione Tutela Memorie Storiche Italiane rimandando poi ad un successivo auspicabile dibattito, per fornire ulteriori chiarimenti ed approfondimenti degli scopi e degli obiettivi che, mi auguro con il contributo di sempre maggiori adesioni, ci prefiggiamo di raggiungere.
L'Associazione nasce circa tre anni fa da un'intuizione dell'avv. Francesco Bile, oggi qui presente con me, il quale recatosi presso la sede di Napoli dell'allora Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri, nel tentativo di rintracciare alcuni dei beni ed oggetti trafugati alla sua famiglia, si vide offrire in visione una considerevole quantità ( per intenderci il contenuto di diversi capienti cassetti ) di fotografie relative a mobili, quadri, oggetti ed altri beni rintracciati dai militari nell'ambito sia di operazioni finalizzate a contrastare il commercio illegale di beni ed opere d'arte che di normali operazioni di contrasto della criminalità e di cui, purtroppo, erano ignoti gli originari proprietari e, conseguentemente, le persone cui dovevano essere riattribuiti i beni ritrovati.
Alla spontanea e direi naturale osservazione dell'avv. Bile se di tali beni si fossero ricercati e rintracciati appunto i legittimi proprietari la risposta fu che ciò era praticamente impossibile in considerazione sia del numero elevatissimo dei beni rintracciati, e quindi si badi bene posti sotto sequestro, che del numero altrettanto vastissimo dei beni di cui molti cittadini avevano lamentato la sottrazione. Denunzie queste ultime spessissimo prive di supporti fotografici o di altri elementi che potessero consentire una sufficiente identificazione dei beni rubati
Dall'osservazione di questa amara realtà scaturì, anche a seguito di alcuni colloqui con altre persone, tra cui il sottoscritto, che avevano subito anch'esse il dolore di furti e sottrazioni, l'idea di unire ed organizzare gli sforzi di coloro che erano accomunati da così tristi esperienze in un'iniziativa comune che si ponesse quale valido punto di riferimento tra coloro che continuavano, quasi sempre vanamente, nella ricerca di beni sottratti e coloro che tali beni ed altro ancora ritrovavano ma non potevano ne sapevano attribuire.
A tale iniziale impostazione si aggiungeva subito quella di coordinare, per quanto possibile, le iniziative necessarie a salvaguardare quelle dimore e quei patrimoni ancora sopravvissuti o non ancora colpiti dalle scorribande di questi nuovi barbari .
Un'idea, come vedete, semplice ma di non facile attuazione se teniamo presente l'estensione abnorme del fenomeno dei furti nelle case private e la oggettiva complessità delle procedure di rinvenimento dei beni e, ancor di più, della loro attribuzione, cui si contrappone, invece, la estrema facilità di circolazione dei beni mobili di cui godono i beni mobili in Italia.
Per darvi soltanto una idea approssimativa degli interessi mossi dal fenomeno dei furti, delle sottrazioni in abitazioni private e del conseguente commercio, vi dirò che il giro di affari che scaturisce da tale attività si attesta, per difetto, intorno ai tremila miliardi di lire annui.
Su questa intuizione iniziale si sono poi inseriti altri elementi di riflessione da cui sono poi scaturiti altri obiettivi cui l'Associazione cerca di dare risposte positive.
In particolare così come recepito anche dal nostro Statuto, e come abbiamo anche sommariamente condensato nell'opuscolo informativo che vi abbiamo distribuito, pensiamo di rivolgere le iniziative associative nei seguenti campi:
- coordinamento tra le vittime dei furti e le Forze dell'Ordine con particolare riferimento a quelle preposte alla tutela del patrimonio artistico ( Reparto T.P.C. dei Carabinieri e reparti analoghi della Polizia e della Guardia di Finanza) al fine di facilitare il riconoscimento ed il rinvenimento dei beni in precedenza sottratti, costituendo - cosa che è in corso di realizzazione - una banca dati dei beni sottratti e di quelli rintracciati ma non ancora attribuiti; tali banche dati consentiranno la comparazione immediata delle informazioni, possibilmente fotografiche, dei predetti beni mobili per facilitarne il rinvenimento e l'attribuzione;
- collaborazione con gli Enti preposti alla tutela ed al governo del patrimonio storico ed artistico e con altre associazioni aventi finalità analoghe, anche al fine di coordinare l'attività e le iniziative tra di esse e nei confronti dei privati;

- l'informazione e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sull'argomento ed interventi presso i pubblici poteri in merito alla necessità di maggiore protezione del patrimonio, ciò anche con studi e ricerche tendenti all'adeguamento legislativo nel campo della protezione e circolazione di beni artistici e mobili in generale;
- lo sviluppo di studi e ricerche relative allo scopo statutario anche attraverso convenzioni con istituzioni scientifiche , culturali e di tutela dei patrimoni storici ed artistici privati;
- infine, poiché conosciamo per esperienza professionale le difficoltà che incontrano coloro che intendono recuperare, in sede giudiziaria, i propri beni allorquando, vengono ritrovati, cercheremo di strutturarci in modo da poter dare ai nostri soci l'assistenza legale necessaria in simili frangenti;

- ritenendo infine che il miglior modo di contrastare il fenomeno dei furti sia quello , per quanto possibile, quello di prevenirli, cerchiamo di fornire ai nostri soci tutte le informazioni necessarie alla tutela dei loro patrimoni mobiliari, ivi compreso le necessarie precauzioni per poter, in deprecabile ipotesi di sottrazione, identificare con sicurezza e facilità i propri beni.
Al di là dell'attuazione specifica questi scopi che cerchiamo di sviluppare con le poche forze attualmente a nostra disposizione, vorrei, in relazione a quanto appena detto, soffermarmi su due aspetti entrambi a mio avviso caratterizzanti la nostra iniziativa:

- il primo è quello che noi ci rivolgiamo essenzialmente alla tutela ed al possibile recupero ed attribuzione - nelle forme che poi di seguito analizzeremo - dei beni e degli oggetti - e non necessariamente opere d'arte - sottratti alla disponibilità di privati cittadini che, come tali, contribuiscono purtroppo, allo stato, esclusivamente a comporre le statistiche sulla criminalità, ma le cui denunzie pochissime volte hanno esito positivo; sappiamo infatti che le forze di polizia sono prevalentemente impegnate nello specifico contrasto della criminalità che colpisce musei, chiese, siti archeologici ed altre istituzioni pubbliche ed i cui oggetti - normalmente opere artistiche - sono, o dovrebbero essere, già stati catalogati e repertoriati, ma come prima accennavo, poco possono per ciò che riguarda i beni provenienti da case private;
- il secondo, strettamente connesso con il primo, è quello che noi intendiamo proporci appunto come dei collaboratori, speriamo preziosi, delle Istituzioni che sono devolute alla comune sicurezza ma che per forza di cose si trovano a perseguire principalmente quegli episodi di delinquenza che sembrano essere di prevalente allarme sociale.
- Ci sarebbe sul punto da riflettere su questa graduatoria e cioè se sia di minor allarme sociale la sensazione di assoluta indifendibilità ed insicurezza delle nostre persone e dei nostri beni rispetto ad altre ipotesi delittuose - o presunte tali - che sembra siano con più attenzione oggi perseguite; ma queste sono considerazioni che ci porterebbero lontano e comunque, anche se non del tutto assenti dai nostri obiettivi, non possono oggi trovare ingresso in questo intervento.
Ritengo opportuno, a questo punto, fornire Loro una sommaria informazione sull'attività sin ora svolta dall'Associazione, nonché sulla sua struttura e sulla nostra organizzazione.
In considerazione di quanto appena detto in ordine al nostro modo di porci nei confronti delle Istituzioni, sin dall'inizio della nostra attività abbiamo ritenuto opportuno portare a conoscenze di queste ultime la nostra iniziativa; ciò sul presupposto, da tutti condiviso, che i nostri principali interlocutori dovessero essere quelle Organizzazioni e quegli Enti che per mandato istituzionale si occupano del ritrovamento dei beni culturali e non sottratti alle private proprietà.
Per dare attuazione a ciò abbiamo già avuto contatti ed incontri con il Nucleo TPC dei Carabinieri e con il Ministero degli Interni.
Il primo - il T.P.C. - per una sorta di accreditamento che ci consentisse di stabilire un rapporto preferenziale con tale organizzazione e per l'offerta di collaborazione; il secondo sempre per l'accreditamento e per i problemi legislativi connessi con il commercio delle opere trafugate e con le procedure di riattribuzione delle opere una volta rintracciate.
I contatti sono stati positivi - in particolar modo per quanto riguarda il T.P.C. dei Carabinieri con i Comandi periferici dello stesso - ed abbiamo ricevuto dai nostri interlocutori apprezzamenti ed inviti a proseguire nella nostra iniziativa con la contemporanea assicurazione di affiancamento alle nostre attività.
In particolare poi, durante un colloquio avuto al Ministero degli Interni, abbiamo avuto conferma che un iniziativa come la nostra si inserisce perfettamente nello scenario nuovo che va delineandosi nella riforma dei rapporti tra Istituzioni di Polizia ed Organizzazioni di cittadini. Infatti nell'ambito di attuazione del progetto di Polizia di Comunità viene espressamente previsto il coinvolgimento di organizzazioni ed associazioni private per l'affiancamento delle Forze dell'Ordine in attività e settori nei quali queste ultime non possono più assicurarne la completa copertura.
Abbiamo poi affrontato il problema, cui accennavo prima, della estrema facilità di cui oggi gode la circolazione dei beni mobili nel nostro paese; a tal fine ci siamo fatti promotori di un disegno di legge, già presentato al Senato della Repubblica, per la modifica delle modalità di circolazione e vendita dei beni mobili sottoposti a sequestro giudiziario; tali modifiche tendono da un lato a rendere più rigorosi i controlli sulla circolazione di detti beni e dall'altro a favorire, grazie ad una maggiore informazione agli Enti Pubblici preposti, la riattribuzione ai legittimi proprietari di beni, oggetto di furto, recuperati nel corso nelle operazioni di polizia.
Contemporaneamente abbiamo cercato di dare all'Associazione una struttura articolata che fosse presente sulla maggior parte del territorio nazionale; questa attività, nel cui contesto si inserisce l'odierna mia partecipazione a questa interessante manifestazione, ha dato esiti molto confortanti avendo dovunque trovato attenzione ed adesione alla nostra iniziativa; tanto ciò è vero che possiamo dire di essere presenti, con soci e coordinatori locali, in molte regioni d'Italia ed in particolare, devo riconoscerlo, nel settentrione laddove non è che sia maggiore, rispetto ad altre zone, il fenomeno dei furti e sottrazioni, ma dove evidentemente sono più radicate le tradizioni di associazionismo e collaborazione tra cittadini uniti da analoghe finalità.
Siamo allo stato presenti ad esempio con strutture autonome in regioni come il Piemonte, l'Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e spero, dopo oggi, anche nelle Marche.
Per dare infine alla struttura associativa una funzionalità ed operatività adeguata l'Associazione si è dotata di un SITO WEB - attualmente già operativo ed in corso di ulteriore perfezionamento.
Tale Sito, oltre che all'organizzazione interna ed alla pubblicità della nostra associazione verso terzi, è finalizzato appunto, come prima accennavo, alla realizzazione di una banca dati nella quale riversare, con gli opportuni sistemi di sicurezza, tutti gli oggetti che i nostri soci si sono visti sottrarre ed anche quelli che vengono ritrovati ma che non sono stati ancora attribuiti.
La possibilità di visionare comodamente, attraverso il Sito, tutti questi oggetti potrebbe nostro avviso da un lato stimolare il reciproco aiuto ed il controllo dei nostri soci nei luoghi dove poi questi oggetti vengono riciclati e dall'altro scoraggiare il commercio di beni dichiaratamente di provenienza furtiva e per l'acquisto dei quali si potrebbe iniziare, considerata la enorme pubblicità di INTERNET, a mettere in dubbio la buona fede da parte di venditori ed acquirenti avventati. Questo aspetto potrebbe inficiare uno dei principali pilastri su cui si regge il commercio degli oggetti rubati.
Sul Sito poi sono diffuse tutte le notizie di comune interesse tra i soci.
Ovviamente non chiediamo, ai nostri soci, alcuna immagine di beni ancora in loro possesso, dei quali raccomandiamo soltanto, come detto, una precisa catalogazione da conservare in luoghi diversi da quelli ove sono alloggiati gli oggetti repertoriati.
Questa, per sommi capi, la nostra iniziativa e per ulteriori chiarimenti ed informazioni sono a disposizione, unitamente all'avv. Bile, segretario dell'associazione, per fornire tutte le necessarie informazioni e documentazione.
Prima di concludere consentitemi un'ultima considerazione.
All'inizio del mio intervento ricordavo il dolore sopportato da chi ha subito un furto.
Dolore soltanto per la perdita del bene materiale di pregio o dell'oggetto in se perché suppellettile di valore o particolarmente gradevole ?
Certamente non solo quello.
Quando noi parliamo di - memorie storiche - termine che abbiamo voluto riportare nell'intestazione dell'Associazione, intendiamo riferirci non solo alle opere d'arte che come tali godono, o dovrebbero godere, di particolare tutela, ma anche a tutti quei beni, quegli oggetti quelle memorie appunto, che pur non rivestendo la dignità di opera d'arte, purtuttavia rappresentano per chi le possiede, o peggio le possedeva, la vera memoria di una famiglia, di un gruppo o di una persona.
Io non so quanti di voi - spero per voi molto pochi o nessuno - abbiano avuto la sventura di subire un furto o una sottrazione di beni nella propria casa.
Io l'ho subita diverse volte e come me molti dei nostri soci.

Orbene ciò che più ricordo di quei momenti, oltre alla sensazione di totale impotenza, è stato proprio il dolore che mi procurava la sensazione che una parte, non tanto marginale, della mia persona cessava di appartenermi per essere stato, con violenza, disperso.
Ed è inevitabile che con quella parte di me si disperdevano, o comunque diventava più difficile custodirle ed alimentarle, le memorie, appunto, cui quegli oggetti si ricollegavano.
Io ritengo che obbligo fondamentale nostro sia essenzialmente quello di tutelare, proteggere e tramandare quelle memorie di cui siamo stati chiamati ad essere custodi e come esponenti di questo tessuto sociale dobbiamo fare quanto è in nostro potere affinché la nostra società, resistendo agli impulsi disgregatori che la corrodono, sappia farsi interprete di questo messaggio.
Da qui la considerazione che ogni sforzo possibile, anche se inizialmente può sembrare vano, deve essere fatto per cercare di non disperdere appunto, e se possibile di recuperare, le nostre memorie personali e familiari. Ciò si può raggiungere soltanto se, unendoci, saremo in grado di contrapporre un fronte compatto a quelle forze che hanno tutto l'interesse, non solo materiale ed economico ma a mio parere anche culturale, di disaggregare e annullare il tessuto sociale di cui tutti siamo frutto.
Sono certo che qui da voi quest'appello non cadrà invano.
Nella pagina iniziale del nostro SITO WEB, abbiamo voluto riportare un insegnamento di un insigne giurista napoletano - Alfredo De Marsico - pronunciata a Torino nel marzo del 1961 al teatro Carignani in chiusura del discorso sull'unità d'Italia; diceva De Marsico:" Non muoiono i popoli che serbano la coscienza di sé; non hanno un domani quelli che la perdono".

Nel nostro piccolo cerchiamo di dare attuazione e di perseguire questo insegnamento conservando e recuperando quanto è in nostro possesso.
Vi ringrazio ancora della cortesia e del tempo concessomi e sono a disposizione, unitamente al nostro segretario avv. Francesco Bile, per rispondere alle vostre domande e per meglio illustrarvi nello specifico i nostri scopi ed i nostri obiettivi.