Associazione Bichi Reina Leopardi Dittajuti

LA VILLA, DEL COLLE BELLAVISTA A Morrovalle

Un antico casino di caccia al crocevia dalla storia

di Giulio Patrizi di Ripacandida

Tra gli edifici vincolati ai sensi della legge 1° giugno 1939 nella provincia di Macerata, presenta notevole interesse storico ambientale la villa Leopardi del Colle Bellavista, situata in posizione dominante sul crinale dei Colli Asola che sovrastano 1' antica Morrovalle e dividono la valle del Chienti dalla stretta e tortuosa valle dell'Asola.
L'edificio, antico casino di caccia, si affaccia a nord sulla valle dell'Asola, dalla quale svettarti Montelupone e Potenza Picena; ad est sulle colline di Montecosaro e Civitanova Alta che degradano verso l'Adriatico; a sud sulla valle del Chienti dove Monte San Giusto e Montegranaro sono dirimpettai; ad ovest infine sulle colline di Macerata.
In realtà il panorama che si scorge dall'alta torretta della villa è assai più ampio, ed arriva a nord fino ed oltre il massiccio del Conero (barometro naturale delle Marche: se la vetta è coperta dalle nuvole: vale l'antico detto "se il Conero mette cappello, tutta la Marca prende 1' ombrello"); ad ovest fino a Cingoli balcone delle Marche; a sud, in giornate limpide, fino ai Monti della Laga ed al Gran Sasso d'Italia.
Forse per questa caratteristiche di agevole osservatorio, l'antico casino di caccia fu oggetto di occupazione e battaglie in tutte le guerre, compresa l'ultima nella quale subì danni rilevanti; e vi passarono personaggi illustri.
Napoleone "nella sua venuta nelle Marche, mentre da Macerata calava sulla marina", come annotano puntualmente le cronache del Canonico Malvezzi di Morrovalle, vi si soffermò per osservare la situazione, e vi consumò un "dejeuner", mentre alle truppe veniva distribuito il rancio lungo la vicina strada del Convento dei Cappuccini..
Lungo la stessa strada nella malinconica sera del 3 maggio 1815 si ritirava il Re di Napoli Gioacchino Murat dopo la sfortunata battaglia della marcia contro gli Austriaci e sostava nella notte insieme al fedele generale Livron nel casino di caccia, dal quale ripartì 1' indomani con le truppe raccolte per rientrare nel Regno.
I due avvenimenti sono esattamente annotati anche nella relazione storico?artistica della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici delle Marche, che vincola il complesso del Colle Bellavista.
L'edificio centrale della villa, a pianta rettangolare (mt.17 x 22), su tre piani, sormontato dalla torretta panoramica ad est è decorato nella facciata principale a sud da uno scalone esterno a due rampe simmetriche che con movimento armonioso collegano direttamente il giardino al piano nobile e nel contempo realizzano un avancorpo porticato all'interno del quale è situato l'accesso al piano terra.
Nei quattro prospetti dell'edificio, tre dei quali in mattoni a vista, e solo quello a nord protetto da intonaco sicuramente di epoca posteriore, l'orditura architettonica è costituita da paraste che poggiano su basi sagomate in laterizio e da snelli marcapiani che corrono all'altezza delle finestre.
Una meridiana domina l'ingresso al .piane nobile:questc presenta all'interno gli ambienti di rappresentanza, collegati attraverso tre varchi con trabeazioni e sei semicolonne scanalate addossate ai lati di Macerata. dei varchi stessi.
I pavimenti sono in cotto rosso, scuro e più chiaro, e formano, con l'alternanza dei colori, motivi compositivi e decorativi di effetto: disegni a reticolo ed a rombi, ed una pregevole rosa dei venti.
Al secondo piano sono collocate le stanze da letto ed i servizi connessi, servite da un ampio corridoio centrale che traversa al centro l'intero, edificio da est a ovest.
Nell'interrato della villa sono presenti ambienti a volta con passaggi a croce di qualche suggestione, che denunciano la prima origine seicentesca dell'edificio, che subì poi trasformazioni importanti nel XVIII secolo ed un rimaneggiamento nel XIX per 1' adattamento definitivo a dimora di campagna.
L'edificio principale (sono separati i corpi della cappella, ricostruita agli inizi del XX secolo, della guardiani e di alcuni piccoli magazzini rurali) ha conservato nella sua integrità la caratteristiche di semplicità e sobria eleganza delle residenze nobiliari della campagna marchigiana ed ha aggiunto, nel tempo solo qualche confortevolezza in più alla semplicità orata battaglia funzionale dell'antico casino di caccia. Ancora oggi un vialletto di cipressi conduce ad un ben conservato rocolo di caccia, a mezza costa sopra il torrente dell'Asola, protetto da vegetazione sia ad alto arbusto, sia a taglio basso, e munito di antico capanno di appostamento, cui si accede tramite un passaggio nascosto: da vegetazione a tunnel.
Il parco circostante è ricco di latifoglie, querce maestose, lecci, cipressi, tigli, ippocastani, pini austriaci, aceri ed alcuni bellissimi esemplari di cedri del Libano.
Motivo di interesse può essere anche la storia della proprietà; mai venduta a terzi dal seicento ad oggi, la dimora è passata di successione in successione familiare, spesso per via femminile, fino. all'attuale proprietaria.
La villa apparteneva nel seicento ai conti Grisei, vecchia famiglia marchigiana aggregata alla nobiltà di Camerino.
Dei Grisei sono ricordati a Morrovalle il canonico Francesco Grisei della Collegiata di San Bartolomeo, membro della Accademia degli Erranti di Fermo. il canonico Luigi Grisei della Basilica di Loreto, latinista insigne; il conte Francesco Saverio Guidi, fervente patriota liberale che guidò i "Cacciatori del Tronto".
Condannato a morte dagli austriaci fu graziato da Papa Pio IX.
Nel settecento Marianna dei Conti Grisei sposa il Nobile Filippo Mazza e porta probabilmente in dote il Colle Bellavista.
Erano i Mazza un'antica famiglia, appartenente al Consiglio dei Sessanta "boni homines" di Morrovalle.
Dal matrimonio non nacquero figli e la proprietà si trasmise tramite la sorella di Filippo Mazza, Eleonora, coniugata a Vincenzo Moroni, la cui discendenza assunse il doppio cognome Moroni Mazza.
Il Colle di Bellavista passò quindi in proprietà alla pronipote di Marianna Grisei Mazza, e cioè a Marianna Moroni Mazza, moglie poi di Riccardo de Buzj, nobile, di Fiume e Console del Belgio a Loreto: una figlia, Emma de Buzj, sposò Francesco Pace nobile di Jesi ed ereditò il Colle di Bellavista.
Ebbe tra gli altri una figlia che ebbe il nome della nonna e della prozia, Marianna Pace, che il 5 luglio 1930 sposò il Conte Giuseppe Leopardi, nobile di Osimo.
Marianna Pace, contessa Leopardi ereditò il Colle Bellavista, che trasmise in successione il 30 marzo 1993 alla figlia primogenita Maria Antonietta Leopardi marchesa Patrizi, attuale proprietaria.
Così quest'antica residenza di caccia nei suoi tre secoli e più di storia è stata trasmessa inalterata sempre per successioni familiari, spesso per via femminile: i suoi proprietari l'hanno ricevuta, custodita, curata e trasmessa, lasciandone integre le caratteristiche di residenza di campagna e di caccia, tipica della società marchigiana che l'ha serenamente vissuta.


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